Problema batteria AirPods
Chi non adora gli AirPods? Si tratta di cuffie fabbricate dall’Apple per ascoltare tutto quello che vogliamo, naturalmente, tramite la comunicazione Wireless. Non è una novità, questo è vero: le cuffie Bluetooth esistono da molti anni. Ma le AirPods hanno davvero fatto voltare pagina alla categoria, grazie ad una qualità audio superiore, una comunicazione avanzata (con tanto di riconoscimento della posizione delle cuffie) ed un firmware proprio per qualsiasi funzione che può essere aggiunta in futuro.
Ma è tutto così perfetto? Non tanto, davvero. Iniziamo con un piccolo concetto: obsolescenza programmata. Sì, questo famosissimo termine che ha cominciato a causare parecchie diatribe legali fra utenti, giganti tecnologici e governi.
Obsolescenza programmata è un sistema che viene inserito all’interno d’un qualsiasi apparato elettronico (dai frigoriferi, alle stampanti, ai cellulari…) per fare in modo che il dispositivo duri per una precisa quantità di tempo. Ad esempio, entro cinque anni un pezzo vitale si romperà. Sarà naturalmente fuori garanzia, perciò sarà necessario acquistarne uno nuovo. Sì, questa durata è decisa dal marchio e, no, moralmente non è molto giusto.
Cosa centra questo con le cuffiette dell’Apple? Sono dei piccoli accessori, quindi come possono avere una faccenda del genere? Forse è nel firmware? No, per la precisione tutto sta nella batteria inserita nelle cuffie.
Come ben sarete a conoscenza, le batterie di qualsiasi cosa tende a rovinarsi nel tempo. Non importa quanta cura ne potete avere, prima o poi perderanno la loro carica e non funzioneranno più. Ebbene, le batterie presenti all’interno delle AirPods sono tarate per funzionare almeno due anni. Entro tre anni non funzioneranno proprio più, per il quale sarà necessaria effettuare una singola decisione: buttarle.
Ma come, vi starete chiedendo: effettivamente funzionano ancora, è solo la batteria che è morta. Ma sta il fatto che l’Apple ha reso la riparazione di questi dispositivi impossibile. Sia le cuffie che il loro dispositivo di ricarica non hanno parti che possono essere svitate o allentate in alcun modo. Non è possibile dividerle con qualcosa di sottile e non hanno parti che “scattano” sotto una certa pressione. L’intera componentistica è incollata fra di loro, e con un collante industriale molto resistente. In poche parole, se s’intende cambiare la batteria, bisogna fare a pezzi sia le cuffie che il case di ricarica. Proprio per questo siamo costretti a comprare un altro paio di AirPods, o il modello che sarà presente a distanza d’un paio d’anni. Saremo, effettivamente, abbonati a pagare 155 euro (o giù di lì) ogni paio d’anni, e non abbiamo alcun controllo su questa faccenda.
Certo, anche altri produttori di cuffie lo fanno. Tutte le cuffie Bluetooth presenti in circolazione hanno una batteria integrata che può rompersi nel tempo. Magari questa non può nemmeno essere sostituita, perché in fondo i contatti tendono a spezzarsi con estrema facilità. Ma almeno, si possono smontare e farci attenzione.
Questo crea una secondo problema: la spazzatura. Nessun industria vorrà prendersi carico di queste cuffie, impossibili da smontare, per poterne riciclare i pezzi. Visto che è impossibile estrarne – ad esempio – l’antenna Bluetooth senza distruggerla in mille pezzi, il costo per lo smaltimento di queste cuffie è completo ed assoluto. Niente può essere recuperato, e come tale il prezzo è molto alto. A risultato di ciò nessuna industria se ne prende carico e le cuffie finiscono, miserabilmente, gettate in giro senza alcun rimedio.
Questo è il pericolo che l’Apple veramente non ha pensato di evitare: non tanto la nostra personale condanna, ma l’inquinamento che le sue cuffie possono procurare. Ogni due anni, migliaia di utenti cambieranno le loro cuffie, creando quintali e quintali di “e-waste” che regolarmente non vengono smaltiti. Considerate poi la limitata dimensione di questi oggetti e di come questi componenti elettronici finiscono regolarmente in mare…e il resto del calcolo lo farà la natura.
Ma magari un giorno l’Apple cambierà questo problema presente nelle loro cuffie, almeno per il bene del mondo (e delle nostre tasche!)